Sviluppo locale
La Fondazione informa che il 21 settembre scorso ha proceduto all’assegnazione dei fondi per i bandi del settore “Sviluppo locale”.
A fronte della disponibilità di € 50.000,00, il Comitato di gestione ha deciso di assegnare solo € 14.880,00, peraltro condizionando una modifica ad uno dei progetti. Gli altri progetti o non sono stati ritenuti ammissibili o non conferenti al settore “Sviluppo locale”. Il che, riteniamo, impone una riflessione sulle strategie che la Fondazione deve adottare in questo settore. Come a tutti noto, la Fondazione provvede all’espletamento della propria attività istituzionale con tre modalità:
a) mediante bandi, cioè mettendo fondi a disposizione del territorio;
b) mediante progetti condivisi, erogando cioè in base a convenzioni concluse con soggetti individuati per progetti qualificanti;
c) mediante lo sviluppo di progetti propri.
L’esito dei bandi pare indirizzare la Fondazione a privilegiare le due ultime modalità, anche se per altro la realizzazione in proprio di progetti di “Sviluppo locale” da parte della Fondazione presenta non poche criticità.
In base ad un confronto interno e con gli stakeholder del settore, fra cui l’Università di Modena, Prometeia e il sistema delle fondazioni modenesi, le problematiche generali che si incontrano in questo settore si possono succintamente inquadrare come segue: le fondazioni per loro natura erogano risorse finanziarie. Per divieto di legge, tuttavia non possono finanziare né direttamente e né indirettamente attività imprenditoriali (art. 2 del decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153); ciò come è evidente pone un importante limite nel settore dello “Sviluppo locale”. A ciò si aggiunge che il sistema economico oggi di tutto ha bisogno fuorché di finanziamenti, essendo inondato dalla enorme massa di liquidità di quantitative easing. Il problema, come da tutti riconosciuto, consiste nel fatto che questa liquidità non giunge alle imprese, anzi, e soprattutto, non giunge alle imprese capaci di creare posti di lavoro. Si interrompe così quella catena fisiologica che porta liquidità dal sistema alle famiglie (ovvero al posto di lavoro). Il problema generale in Europa è particolarmente drammatico in Italia, dove sviluppare modelli di business con un conto economico redditizio è particolarmente difficile anche per motivi strutturali, legislativi e burocratici. Il finanziamento di operazioni di internazionalizzazione e aggregazione, che a livello macro si pongono come le più sensate azioni strategiche che si possano svolgere nel settore dato, sono già ampiamente finanziate sia dalle aziende bancarie sia da fondi europei. In questo quadro oggettivamente complicato, pertanto, la Fondazione di Vignola ha deciso di affrontare il settore dello “Sviluppo locale” secondo le tre seguenti linee strategiche:
1) Sostegno al Tecnopolo. É stata conclusa nei giorni scorsi una convenzione con la Fondazione Democenter Sipe per il sostegno e il finanziamento del Tecnopolo per un onere complessivo nei prossimi anni (2016-2017-2018) di € 200.000,00. La novità della convenzione è legata al fatto che il finanziamento è legato al raggiungimento di obiettivi precisamente quantificati, di imprese avviate e posti di lavoro effettivamente creati. Con la determinazione quindi di parametri oggettivi con i quali misurare l’efficacia dell’azione intrapresa (o finanziata).
2) Ricerca di una forte collaborazione con le altre fondazioni del territorio e in particolare con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. É in corso di definizione la trattativa di una convenzione per un’azione sinergica in questo settore e per un coordinamento delle attività di finanziamento dei poli di ricerca applicata sul territorio della provincia. In particolare, si è condiviso l’obiettivo di limitare a tre questi poli (Univeristà degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Tecnopolo di Spilamberto, Tecnopolo di Mirandola) senza apertura di ulteriori punti, con il rischio di inutile dispersione di risorse.
3) Utilizzo dei fondi da gestire in proprio per sostenere l’elaborazione da parte dei soggetti pubblici territoriali di una maggiore cognizione e consapevolezza sulle problematiche del loro territorio specifico e sulle possibili strategie di sviluppo locale. Riteniamo infatti che le risorse messe a disposizione della Fondazione di Vignola (molte per la Fondazione, poche per il problema che abbiamo di fronte) debbono essere concentrate laddove più evidente è la mancanza di un sostegno e più critica appare la situazione. In questo senso se è indubbiamente vero che gli enti locali hanno pochi strumenti per incidere sullo sviluppo locale, è altresì vero, a nostro parere, che questi pochi strumenti non sono pienamente attivati per una carenza di elaborazione cognitiva delle questioni.
Peraltro la Fondazione di Vignola reputa che strategie di sviluppo locale sono già state elaborate anche per questo territorio dalla Regione Emilia Romagna in collaborazione con la Comunità Europea con l’elaborazione delle linee programmatiche dei vari assi di finanziamento. Ciò per altro, per una felice coincidenza, in collaborazione con Prometeia che è l’Advisor della Fondazione. Prima e piuttosto che individuare strade, riteniamo che sia opportuno una più profonda consapevolezza delle linee strategiche già individuate e potenzialmente finanziate.
Non per ultimo considerare che, in un’ottica di sviluppo locale, la Fondazione di Vignola ha adottato alcune scelte di investimento. Si fa riferimento, in particolare, all’adesione al Fondo Gradiente, fondo di investimento destinato al sostegno delle imprese della Provincia.